站在孟巖的肖像畫作品前,聽他講述創作過程是一件很享受的事。如此就能領悟他不同階段作品變化過程中的多層寓意,見證作品風格的形成,理解作品創作的初衷。講述中還能觀察到作品呈現出的時而重彩,時而涂鴉,恣意隨性勾勒凌亂。在極致揮灑后對現實、歷史、時間、元素等進行再次梳理融入。冷靜與瘋狂極度的執著成為其創作技法辯證中的兩個極端。
孟巖的作品本身就體現出對繪畫藝術有著不可或缺的認知。他屬于那種不安分守己類型的人。這部分的人往往不滿足于僅通過日常的方式記錄時光的流逝來追問人生在世的緣由,以及用什么樣的方式表述這條沒有安全港灣可供停留或停靠的人生探索之路,即尋找人生在世的理由與意義。
他的肖像作品根植于內在深層次的鮮活生活,場景畫面源于對個人經歷的反省和對歷史記憶客觀智慧的清醒認知。
幾近素色的巨幅肖像作品令孟巖在國際社會名聲鵲起,他的作品以黑白相間為主,還有豐富多層次的灰,通過變換色階的濃淡程度,藝術家得以深入刻畫出人物的內在神韻。他是當代藝術界活躍的主流藝術家之一。沿用不同時代的創作技巧,將傳統繪畫元素的精髓應用于現代偶像肖像畫的創作中。
同其他思維探險家一樣,運用自己獨特的思考能力與觀察視角,創作了諸如丘吉爾、愛因斯坦這些政治家和科學家,瑪麗蓮夢露這些明星的肖像。他還特別專注于繪制現代偉大藝術家的人物肖像:畢加索、達利、培根、安迪沃霍爾等。
這些人物曾經深深的影響過他和他的同齡人,他們是他內心深處的記憶,他們激發了他豐富的想象力、創造力。
“研究肖像人物面部表情是一場修行和冥想的過程。細究揣摩中思考我畫像中的這些人物腦子里在想些什么”:正是這個原因讓他有了創作二十世紀和當代社會人物肖像畫的沖動。
孟巖善于捕捉那些東西方各個時代著名人物的眼神和面部細節,按照他們在有生之年曾經擔任的社會角色,及當時媒體宣傳的特定歷史時刻的偶像形象繪制肖像畫,進而創造出比其生命力更為寬廣的維度事物,一個超越地域、超越時空,永存不朽的經典形象。
他的藝術成功地復活了那些已經沉寂的世界偶像,阿爾伯特·愛因斯坦、薩爾瓦多·達利、瑪麗琳·夢露似乎從未如此的鮮活,如此的強烈。如果說站在遠處,這些肖像畫會讓我們感覺到某種程度的不可言說,讓我們重新體會到偶像的神秘。走近這些肖像畫,感覺正相反,我們似乎可以伸手觸及到那些表象之下離我們很遠的東西,通過和他們親近交流,將神圣和強烈熟悉的面孔交融一起。
孟巖重新詮釋了一個個深深刻入我們腦海中熟識人物形象,同時拓展了一項諸如我們每天都在自覺不自覺中做的活動:自由想象,心理定式和媒體強加給我們的影像之間找到折中。很顯然,通過重新演繹這些圖像,孟巖在這些已經格式化了的刻板形象中,加入了全新的緊鑼密鼓的跨時空感,用繪畫的張力賦予這些肖像全新的力量,誘惑與新識。
孟巖借助一種完全原創的藝術語言達到了這個目的,這種語言似乎讓他的肖像畫從記憶的迷霧中現身,然后再通過勾勒分層、著色點畫、勾勒出相貌的神韻。藝術家在通常是巨幅的畫布上傾情演繹,酣暢程度堪比行為藝術,同時還注入了其精神層面的藝術行為,將面孔轉化成朦朧模糊的圖像,目光在巨烈的情感中碰撞或迷失。
無論從體量上還是從藝術家傳遞出的能量來看,作品都是偉大的作品。他的油畫不是局限于簡單的二維圖像的作品。他的肖像畫是完全獨立的,任何本真都能從他們臉上被抹去,進而把各種可能性留給觀看它的人。孟巖在重新演繹偶像肖像的同時又在同一個圖像中增加了一個不經意間的維度,這個維度就位于自由思想和心靈的感應之間。
他的作品旨在同人性的觀察者展開對話,這是他探尋的主題方向,這其中肖像畫作品只不過是他一種特殊的調研手段而已。
瑞士Casa Rusca博物館館長 魯迪

溫斯頓?丘吉爾 Winston Churchill 230x350cm 2008
Il ritratto oltre il ritratto
è bello ascoltare Meng Yan davanti ad uno dei suoi ritratti. Significa cogliere il senso di un percorso in costante divenire, veder materializzarsi il modo delle associazioni e le ragioni delle scelte. Significa confrontarsi con la materia ora raggrumata ora graffiata, sfilacciata in un gesto liberatorio e da quel gesto di sfinimento ripartire ricuperando i termini di una condizione esistenziale e di un tempo storico, ovvero i poli dialettici di una poetica ossessionante, estremamente partecipata.
Il lavoro di Meng Yan porta infatti in se la coscienza del ruolo irrinunciabile della pittura. Egli appartiene alla stirpe degli uomini inquieti; è tra coloro che non si accontentano di registrare lo scorrere della quotidianità per sondare dentro di sé le ragioni dell’essere e i modi per esprimere il senso appassionato e caparbio di una ricerca senza pause né approdi rassicuranti che è la ragione stessa del nostro esistere.
I suoi ritratti affondano le radici nel vivo dell’intimità e della profondità della vita, la genesi delle sue immagini nasce dall’introspezione nella dimensione dell’esperienza individuale e dalla presa di coscienza critica, intelligente e consapevole della memoria storica.
Conosciuto internazionalmente per i suoi grandi ritratti quasi monocromi dove regnano il nero e il bianco oltre a molteplici tonalità di grigio, in un processo di riduzione che consente all’artista di accentuare la carica espressiva del soggetto, Meng Yan è uno dei protagonisti della scena artistica contemporanea. Sospeso tra pratiche appartenenti ad epoche diverse, egli pone gli elementi cari alla pittura tradizionale al servizio dell’iconografia moderna.
Come gli altri esploratori della mente segue suoi particolarissimi tracciati che lo portano a rappresentare soggetti ricorrenti della politica e della scienza come Churchill o Einstein, dello star system come Marilyn Monroe ma soprattutto la sua attenzione è attratta dai grandi artisti della modernità: da Picasso a Dalí, da Bacon a Andy Warhol.
Personaggi che hanno esercitato influenze profonde su di lui e sui suoi contemporanei, che costituiscono la sua memoria intima e personale e ne stimolano la ricca immaginazione.
“Studiare le espressioni dei volti è un processo di pratica e meditazione che mi induce a riflettere su ciò che anima la mente dei personaggi che ritraggo”: è questa la ragione significativa dell’impulso che lo spinge a raffigurare i protagonisti del Novecento e della contemporaneità.
Meng Yan cattura lo sguardo e i dettagli dei volti di personalità assurte a simboli di un’epoca, sia dell’Occidente sia dell’Oriente, ritratti per il ruolo che hanno avuto nella loro esistenza trasformandoli in icone di un particolare momento storico, consacrate attraverso i media, per creare qualcosa di larger-than-life, una immagine comunicativa che vale ovunque nel mondo e in ogni tempo.
L’artista riesce infatti a riflettere sulla mortalità nel mondo delle icone: Albert Einstein, Salvador Dalí, Marilyn Monroe sembrano non essere mai stati così vivi, così intensi. Se da lontano questi ritratti ci ispirano una certa intangibilità, ci fanno rivivere il senso del mito, da vicino, al contrario, ci sembra di poter toccare qualcosa solo in apparenza così distante da noi, di avere con loro un’intima confidenza, creando un misto di sacralità e familiarità.
Meng Yan reinterpreta un’immagine che tutti noi abbiamo impressa nella mente sviluppando un’operazione come quella che, anche inconsciamente, facciamo tutti ogni giorno: una ricerca di mediazione tra la libertà di immaginazione e le strutture psicologiche e le immagini che ci vengono imposte dai media. Ed è chiaro che egli, reinterpretandole, conferisce una nuova urgenza ad immagini ormai stereotipate: le investe con l’intensità del suo approccio pittorico di una forza, una provocazione, una coscienza assolutamente nuove.
Meng perviene a questo obiettivo attraverso un linguaggio del tutto originale che sembra far emergere i suoi ritratti dalla nebbia della memoria per poi delinearne la fisionomia attraverso ampie campiture, stratificazioni materiche, sgocciolature, pennellate violente e emozionali. Un rapporto con la tela - spesso di grande formato- inteso al pari di una performance fisica e allo stesso tempo spirituale che trasforma questi volti in un’immagine dalle infinite sfumature in cui lo sguardo si perde, travolto da una grande carica emotiva.
Il risultato è grandioso, per la dimensione e per l’energia che l’artista trasmette. Le sue tele non si limitano a semplici immagini bidimensionali alla ricerca della verosimiglianza. I suoi ritratti sono totalmente autonomi; ogni verità è cancellata dal loro volto e ogni possibilità si apre a colui che li guarda. Meng Yan reinterpreta le icone aggiungendo all’immagine comune una dimensione inconscia che si situa tra la libertà di immaginazione e l’elaborazione psicologica.
Il suo lavoro intende aprire un dialogo con l’osservatore sull’umanità, tema centrale delle sue ricerche, di cui i ritratti non sono altro che un privilegiato strumento d’indagine.
Rudy Chiappini



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